OPINIONE

Rassegna fiscale: le ultime novità

Sintesi delle più rilevanti novità fiscali , con distinzione tra: In particolare, quando l’argomento è oggetto di approfondimento nel presente numero della Rivista , viene data evidenza all’articolo di riferimento con rinvio alla pagina corrispondente.

Disciplina Cfc: nuove regole italiane e internazionali

La diffusione delle imprese che operano in una rilevante pluralità di mercati ha visto sempre più localizzazioni in quelli che erano chiamati « paradisi fiscali ( tax heavens )», termine ormai sostituito da quello di « porto o rifugio fiscale ( tax haven )», che rende meglio l’attitudine a nascondere ricchezze che non si vogliono far conoscere al Fisco del proprio Paese.

ACCERTAMENTO

Cfc – Controlled foreign companies: C.M. 35/E/2016

Con la C.M. 4 agosto 2016 , n. 35/E , l’Agenzia delle Entrate ha fornito i primi chiarimenti relativamente alle novità apportate alla disciplina delle società controllate estere – cd. Cfc, Controlled foregin companies , sia dal decreto internazionalizzazione di cui al D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 147 che dalla legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015). La disciplina sulla Cfc è stata da ultimo compiutamente definita attraverso l’adozione del provvedimento direttoriale prot. 16 settembre 2016, n. 143239 con cui sono stati individuati i criteri per determinare , con modalità semplificata, l’ effettivo livello di tassazione delle società controllate estere .

Cfc tra black list e soglia impositiva

Le novità del decreto internazionalizzazione introdotte dall’art. 3, in materia di tassazione degli utili provenienti da Paesi a fiscalità privilegiata, dall’art. 8, che razionalizza la disciplina antielusiva delle imprese estere controllate, dall’art. 10, relativo alle liste di Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni e, infine, dall’art. 15, recante una norma d’interpretazione autentica ed alcune modifiche alla disciplina del credito per le imposte pagate all’estero devono essere coordinate con gli ulteriori interventi normativi apportati, prima, dalla L. 23 dicembre 2014, n. 190 (cd. legge di Stabilità 2015 ) e, più recentemente, dalla L. 28 dicembre 2015, n. 208 (cd. legge di Stabilità 2016 ). L’Agenzia delle Entratecon la corposa C.M. 4 agosto 2016 , n. 35/E analizza i cambiamenti riguardanti i criteri fissati per l’ identificazione dei Paesi a fiscalità privilegiata (oggi basati unicamente sul criterio del livello nominale di tassazione e non più anche sull’adeguato scambio di informazioni) e l’ abbandono delle c.d. black list « formalizzate »: questi sono gli elementi che hanno caratterizzato la disciplina antielusiva del citato art. 167, D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 [CFF5267] fin dalla sua entrata in vigore nel nostro ordinamento e le importanti implicazioni sia ai fini del regime di tassazione per trasparenza dei redditi prodotti dalle società controllate, sia ai fini della tassazione degli utili provenienti dai regimi fiscali privilegiati.

Confisca solo «congelata» dall'impegno a pagare

L’ impegno del contribuente – assunto in maniera formale attraverso la sottoscrizione di un accertamento con adesione, una conciliazione giudiziale, una transazione fiscale o una procedura di rateizzazione – a versare il debito fiscale in forma rateale non esclude la misura cautelare della confisca dei suoi beni, ma comporta solo la sua sospensione in attesa del buon fine del pagamento : è quanto sostiene la Cassazione , Sez. III Pen. , nella sentenza 6 ottobre 2016 , n. 42087 . È questa la rigorosa interpretazione del nuovo art. 12-bis, D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74 [CFF9527O] introdotto dal D.Lgs. 24 settembre 2015, n. 158 e fornita da ultimo dalla Suprema Corte. In precedenti pronunce ( ex multis , Cass. 7 luglio 2016, n. 28225) l’organo di legittimità aveva invece ritenuto che la mera assunzione da parte del contribuente dell’impegno a pagare il debito tributario fosse sufficiente ad impedire la confisca. Ora si ritiene sia necessario disporre ugualmente l’ applicazione della misura cautelare e posticipare i suoi effetti ad un momento successivo , coincidente con l’eventuale mancata conclusione del pagamento del debito in corso di rateazione .

Validità e limiti delle notifiche effettuate a mezzo Pec

Dopo aver analizzato, in un precedente intervento, le fonti normative delle notifiche via Pec e la prima giurisprudenza che si è espressa in ordine alla validità della trasmissione telematica delle cartelle di pagamento – argomento che sarà oggetto di un esempio in questo numero – si pone ora l’attenzione all’ ipotesi di notifica ad un indirizzo di posta elettronica certificata volontariamente attivato dal contribuente . Inoltre, un particolare cenno merita il dibattito – dottrinario e giurisprudenziale – sulla differenza di inesistenza e di nullità di un atto irritualmente notificato .

Studio associato ed Irap: partita chiusa a favore del Fisco?

Dopo la pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione 13 aprile 2016 , n. 7291 sembrava che per gli studi associati non ci fossero più dubbi in merito all’ assoggettabilità ad Irap dei redditi professionali . La giurisprudenza di merito avevo offerto una diversa e meditata lettura della giurisprudenza di legittimità nel caso di associati che svolgano professioni differenti; inoltre, seppur in presenza di dipendenti o beni strumentali di modesto importo, il tipo di struttura non è sempre sinonimo di un incremento del valore della produzione . Da ultimo, però, la Corte di Cassazione con la sentenza 19 ottobre 2016, n. 21164, con motivazione che desta qualche perplessità, sembra aver chiuso la partita a favore del Fisco .

Scudo fiscale: non prova la residenza in Italia

L’adesione allo scudo fiscale non prova la residenza fittizia all’estero poiché il contribuente può comunque produrre prova contraria per superare la presunzione prevista dalla legge; la Corte di Cassazione con la sentenza 30 settembre 2016 , n. 19484 ha fornito questa interessante interpretazione che riguarda la posizione di un noto ex sportivo che aveva aderito all’ istituto dello scudo fiscale . I criteri per la determinazione della residenza nel territorio dello Stato sono previsti dall’art. 2, D.P.R. 917/1986 [CFF5102] , il quale individua al tal fine tre presupposti , in via alternativa: il primo formale dettato dall’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente – Aire – per la maggior parte del periodo di imposta; gli altri due costituiti dal domicilio o dalla residenza dello Stato ai sensi del Codice civile. Per i giudici di legittimità la residenza in Italia di un cittadino iscritto all’Aire deve essere accertata dall’Amministrazione finanziaria in assenza della quale il contribuente è legittimato a fornire la prova contraria .

RISCOSSIONE

C.M. 41/E/2016: chiarimenti sulla nuova rateazione

L’Agenzia delle Entrate con la C.M. 3 ottobre 2016, n. 41/E ha fornito i chiarimenti relativi alla possibilità per i contribuenti decaduti di accedere ad una « nuova » rateazione degli importi dovuti a seguito delle ipotesi di definizione degli accertamenti di cui al D.Lgs. 218/1997. L’arresto è significativo perché esplicita l’interpretazione ministeriale rispetto a diversi aspetti del dato normativo che non eccellevano per chiarezza: l’Agenzia delle Entrate, peraltro, ha adottato un approccio formalistico e rigorista che conferma diverse perplessità già emerse in base al contenuto letterale dell’art. 13-bis, co. 3, D.L. 24 giugno 2016, n. 113 (« Dilazione del pagamento »).

Poteri di Equitalia per la ricerca dei beni del debitore esecutato

Al fine di tutelare il credito erariale, Equitalia gode di ampi poteri che, ovviamente, sono strumentali non tanto alla ricerca di materia imponibile, ma quanto a garantire l’effettività della riscossione, anche mediante una corretta e puntuale notifica degli atti. Come noto, infatti, qualora il contribuente non versi quanto richiesto mediante la cartella di pagamento o l’avviso di accertamento esecutivo o l’avviso di addebito, Equitalia potrà avvalersi di uno o più strumenti previsti dalla legge per consentire il recupero coattivo degli importi richiesti , quali ad esempio l’iscrizione di ipoteca o del fermo amministrativo o, ancora, il blocco dei pagamenti da parte della pubblica Amministrazione e/o il pignoramento di beni mobili o immobili. Pertanto, a tal fine, la legge contempla in capo ad Equitalia specifici poteri di indagine attraverso l’accesso alle banche dati e agli altri sistemi informativi, tra i quali anche l’Anagrafe tributaria, e la collaborazione con la stessa Amministrazione finanziaria.

CONTENZIOSO

Ravvedimento operoso: nuovi chiarimenti

L’Agenzia delle Entrate con la C.M. 12 ottobre 2016, n. 42/E , fornisce una serie di importanti chiarimenti in relazione alla regolarizzazione nel contenuto delle dichiarazioni presentate o alla regolarizzazione della tarditività del loro invio, anche oltre il termine di novanta giorni dalla scadenza , occupandosi altresì di: Il documento di prassi distingue tra violazioni che si possono configurare nei primi 90 giorni dalla scadenza del termine di presentazione, e violazioni configurabili successivamente al decorso dei predetti novanta giorni .

Rassegna Massimario

Principi legislativi sull'abuso del diritto

La Corte di Cassazione , nella migliore e più recente giurisprudenza, ha anticipato i tratti qualificanti della nuova disciplina unificata dell' abuso del diritto e dell' elusione , statuendo, anche per le fattispecie pregresse all'entrata in vigore dell'art. 10-bis dello Statuto, l'applicazione di taluni principi garantisti introdotti nell'ordinamento per la prima volta con la suddetta disposizione.

Principio antiabuso: vera innovazione legislativa?

La Corte di Cassazione con la recente sentenza 9 agosto 2016, n. 16675 (presidente Bielli, relatore Vella), ha statuito che la disciplina dell'abuso del diritto introdotta nell'ordinamento con l'art. 10-bis, L. 27 luglio 2000, n. 212, pur non essendo applicabile ratione temporis alle fattispecie verificatesi anteriormente all'entrata in vigore della norma per espressa disposizione dell'art. 1, co. 5, D.Lgs. 128/2015 [CFF6974] , rappresenta indubbiamente un termine interpretativo di riferimento , in chiave evolutiva , del principio generale antiabuso di matrice giurisprudenziale. Nel presente lavoro ci si soffermeremo sul condivisibile arresto della Suprema Corte onde verificare se esso possa essere invocato per nelle controversie tributarie relative a contestazioni sorte prima dell'entrata in vigore dell'art. 10-bis. A tale proposito, non appare superfluo soffermarsi sulla genesi del principio antiabuso, sia nella giurisprudenza comunitaria e domestica, sia nella disciplina positiva dei maggiori ordinamenti continentali.

loader