OPINIONE

Carenze di contraddittorio e dubbi della Cassazione

Le sentenze della Corte di Cassazione sul contraddittorio amministrativo , al di là degli imbarazzi motivazionali, oscillano tra il timore di vanificare il contraddittorio e quello di vanificare definitivamente accertamenti in ipotesi fondati . La via di uscita da questo dilemma è forse valorizzare le possibilità amministrativistiche di rinnovazione dell’ atto impugnato , esercitando il contraddittorio e riemettendo l’ atto anche dopo la scadenza del termine .

ACCERTAMENTO

Modelli 231: organismo di vigilanza e attività di controllo

Il D.Lgs. 231/2001 prevede, come presupposto indispensabile perché si verifichi l’ esonero dell’ente dalla responsabilità amministrativa ex 231, che il compito di vigilare sul funzionamento e l’ osservanza dei Modelli , di curare il loro aggiornamento sia affidato al cd. Organismo di vigilanza , organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo. L’istituzione dell’ Organismo di vigilanza costituisce, quindi, insieme ad altri elementi (primo fra tutti l’adozione del Modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire i reati specificatamente previsti dal D.Lgs. 231/2001) condizione necessaria per il verificarsi dell’ esimente . Vista l’importanza dell’OdV, si esaminano gli aspetti maggiormente interessanti in tema di organizzazione e svolgimento dell’ attività di controllo dell'organismo.

Immobili in comodato a parenti: incrocio di agevolazioni

La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto la riduzione al 50% della base imponibile Imu (e quindi Tasi ) in ipotesi di abitazioni concesse in comodato gratuito a parenti (genitori-figli) che le utilizzano come abitazione principale . Successivamente l’Agenzia delle Entrate, in occasione di Telefisco 2016 del 28 gennaio, nonché il Dipartimento delle Finanze, con la risoluzione 17 febbraio 2016, n. 1/DF , hanno sciolto alcuni dubbi sorti dall’ applicazione concreta della normativa statale e dalla possibile interazione della stessa con i regolamenti comunali . Il presente contributo intende quindi fornire un po’ di chiarezza ai proprietari che devono destreggiarsi tra l’ interpretazione di diverse prescrizioni normative e di prassi .

Passi avanti nella strada della depenalizzazione

Unitamente al D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 7 , già esaminato sul precedente numero della Rivista (si veda l'articolo « Impulso alla depenalizzazione: migliorerà la giustizia? », sul n. 3/2016, pagg. 16 e segg.) , è stato emanato il D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8 (« Disposizioni in materia di depenalizzazione, a norma dell’art. 2 c. 2 L. 28/4/2014 n. 67 »), che integra le ipotesi di depenalizzazione di reati di cui nel Codice penale con altre disposizioni che riguardano la depenalizzazione di illeciti penali previsti da leggi speciali . Si allunga, quindi, l’elenco delle fattispecie criminose che il Legislatore ritiene non più degne di impegnare i processi penali e conseguentemente di trasformarle in illeciti extra-penali sanzionati esclusivamente a livello amministrativo.

Revisione degli studi di settore per l'anno d'imposta 2016

Il provvedimento 26 febbraio 2016, Prot. n. 31160 a cura del Direttore dell’Agenzia delle Entrate contiene l’ elenco degli studi di settore che saranno sottoposti a revisione nel corso dell’intero anno 2016 , la cui approvazione definitiva dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2016 , in vista dell’elaborazione di Gerico 2017. Stando agli annunci del Ministero dell’Economia di questo inizio gennaio, gli studi di settore in revisione con il provvedimento n. 31160 dovrebbero essere quelli della «svolta» nell’ambito della semplificazione. Nel 2016, infatti, dovrebbe iniziare un percorso parallelo alle revisioni ordinariamente previste, che vedrà la sperimentazione su un gruppo di studi in revisione di una nuova metodologia di costruzione degli stessi che potrebbe portare alla riduzione sia del numero degli studi che del numero dei cluster , oltre che delle informazioni necessarie (tipicamente i dati extracontabili) per la loro costruzione. Con il provvedimento citato sono state, altresì apportate alcune variazioni alla modulistica riguardante il periodo d’imposta 2015, con lo scopo di correggere un refuso presente nelle istruzioni in relazione ai righi del modello (dati contabili) interessati dal provvedimento della Legge di Stabilità 2016 in tema di «super ammortamento» al 140%.

Accertamento nullo senza questionario in fase amministrativa

Il redditometro rappresenta per l’Amministrazione finanziaria uno strumento di accertamento di tipo sintetico che si basa sulla capacità di spesa di un individuo : si parte dall’elemento certo di spesa per arrivare all’elemento da determinare che è il reddito accertato. La possibilità concessa all’Amministrazione finanziaria di inviare ai contribuenti delle richieste informative, tramite anche questionari da compilare, sottoscrivere e restituire, è generalmente anche indicata con l’ espressione «potere-questionario» del Fisco. Trattasi di un particolare potere dell’Amministrazione finanziaria, che è stato potenziato dalla Manovra d’estate del 2006, meglio conosciuto come il decreto Visco-Bersani (D.L. 223/2006), con lo scopo di incrementare il patrimonio conoscitivo-informativo dell’Amministrazione finanziaria. La Cassazione ha affermato che in tema di redditometro , è nullo l’ accertamento spiccato quanto il contribuente non risponde al questionario in fase amministrativa ma lo presenta solo in giudizio se non risulta una specifica richiesta del documento da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Antiriciclaggio: ispezioni della Gdf nei confronti dei professionisti

I professionisti possono essere oggetto di controllo da parte della Guardia di finanza in merito alla corretta esecuzione degli adempimenti antiriciclaggio . Ma nel concreto come avvengono tali controlli ? Quali le informazioni che il professionista è chiamato ad esibire? E ancora quali sono le infrazioni che vengono maggiormente rilevate nei verbali di accesso? Attraverso l’analisi di alcuni pvc cercheremo di fornire queste risposte e nel contempo di rammentare quali sono gli adempimenti che la normativa antiriciclaggio impone al professionista in particolare al commercialista ed esperto contabile.

Sottoscrizione degli avvisi di accertamento

La recente giurisprudenza della Suprema Corte si è soffermata a più riprese sulle condizioni di legittimità della delega per la sottoscrizione degli avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate. Negli ultimi mesi, la Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi sulla nota questione della validità degli atti sottoscritti dai dirigenti dichiarati decaduti a seguito della sentenza 37/2015 della Corte Costituzionale con la quale era stata dichiarata l’illegittimità delle nomine dirigenziali effettuate senza l’esperimento di un regolare concorso. Nell’occasione , la Suprema Corte ha ribadito alcuni principi già espressi sulla validità della delega alla sottoscrizione degli avvisi di accertamento ma (soprattutto) ha colto l’occasione per precisare quali sono le condizioni di legittimità di tale delega : più specificamente, la delega può essere conferita con atto proprio o con ordine di servizio ma sono nulle le cd. deleghe «in bianco ”, essendo necessario che siano indicate le ragioni per cui la delega è conferita, la sua durata temporale, il nominativo del soggetto delegato .

RISCOSSIONE

Richiesta del «favor rei» per il ricalcolo delle sanzioni tributarie

Con la C.M. 4 marzo 2016 , n. 4/E l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito alla gestione del contenzioso pendente dopo le modifiche al sistema sanzionatorio apportate dal D.Lgs. 24 settembre 2015, n. 158 . Nell’ambito del nuovo sistema sanzionatorio, infatti, avendo il Legislatore nella maggior parte dei casi ridimensionato la sanzione in senso favorevole al contribuente, trova applicazione il principio del favor rei , a condizione che le vertenze siano ancora pendenti e che l’ atto impositivo non sia divenuto già definitivo . Pertanto, se l’atto è stato emesso prima del 1° gennaio 2016 (data di entrata in vigore del D.Lgs. 158/2015), e le sanzioni, quindi, sono state irrogate nella vecchia misura, il contribuente può presentare apposita istanza. A seguito di ciò, l’ente impositore comunica il ricalcolo delle sanzioni , e il contribuente potrà fruire della definizione delle stesse, tenendo però presente che l’istanza non sospende i termini per il ricorso. Ove poi, al momento di notifica dell’atto, il contribuente avesse avuto diritto alla definizione al sesto di cui all’art. 15, co. 2-bis, D.Lgs. 19 giugno 1997, n. 218 [CFF4787] (ossia vale a dire all’acquiescenza rinforzata, istituto abrogato dalla L. 190/2014 a decorrere dal 1° gennaio 2016), egli mantiene comunque tale beneficio, anche se la diminuzione della pretesa sia avvenuta dopo.

CONTENZIOSO

Sezioni Unite sul contraddittorio endoprocedimentale

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza 9 dicembre 2015, n. 24823 (presidente Rovelli, relatore Cappiabanca), hanno tentato di comporre il contrasto giurisprudenziale formatosi in seno alla stessa Corte in relazione alla sussistenza anche nel diritto interno , al pari di quello comunitario, di un generalizzato obbligo di contraddittorio nel procedimento di formazione dell' atto impositivo . In realtà si dovrebbe parlare più di dissidio che di semplice contrasto, atteso che sul punto le stesse Sezioni Unite si erano già espresse con le sentenze gemelle 18 settembre 2014, n. 19667 e n. 19668 (relatore Botta). Ma che queste ultime sentenze non avessero composto il dissidio sorto all'interno della Sezione tributaria era parso subito chiaro con l'ordinanza di rimessione alle SS.UU. depositata dalla Sezione VI-T in data 14 gennaio 2015, n. 527 (presidente Cicala, relatore Cosentino). Tuttavia, le conclusioni a cui sono giunte le SS.UU. con la sentenza 24823/2015, unanimemente criticata dalla dottrina, non pongono una soluzione definitiva alla questione, atteso che la Commissione tributaria regionale della Toscana , preso atto del principio di diritto enunciato dalle SS.UU., con ordinanza 16 gennaio 2016, n. 736/1/15 – presidente e relatore Cicala che, si rammenta è anche il presidente della sezione V tributaria della Corte di Cassazione – ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale dell'art. 12, co. 7 [CFF6726] , in relazioni agli artt. 3, 24, 53, 111 e 117 Cost.. A tale pronuncia è seguita la recentissima ordinanza 17 marzo 2016, n. 5362 della Sezione VI-T della Corte di Cassazione, la quale ha recepito i principi statuti dalle SS.UU., senza soffermarsi in alcun modo sulle distoniche motivazioni contenute nell'ordinanza «Cicala» di rimessione della questione alla Corte Costituzionale. Decisioni così divergenti non possono che disorientare, determinare irragionevoli diseguaglianze, nonché vulnerare la funzione di «uniforme applicazione della legge», che è propria della Corte di Cassazione.

Diniego di autotutela: impugnazione solo sulla legittimità del rifiuto

Diniego di autotutela: l’ impugnazione può esercitarsi solo sulla legittimità del rifiuto e mai sulla fondatezza della pretesa tributaria . Lo ha ribadito la Corte di Cassazione nella sentenza 20 novembre 2015, n. 23765 . La verifica da parte del giudice tributario deve riguardare, ancor prima dell’esistenza dell’obbligazione tributaria, il corretto esercizio del potere discrezionale dell’Amministrazione, nei limiti e nei modi in cui esso è suscettibile di controllo giurisdizionale. Con la sentenza 23765/2015, in accoglimento del ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate, la Corte di Cassazione respinge l’ impugnazione avverso il rifiuto di autotutela proposto da un contribuente , laddove le eccezioni mosse dal ricorrente non risiedevano in vizi formali che ne inficiassero la legittimità, ma erano basate sul fatto che il contribuente era stato assolto in altre sedi giudiziali .

Finalmente chiarezza nella tassazione del trust

Ora nel trust liberale l’ imposizione diretta è più chiara . Infatti la sentenza 25478/2015 della Corte di Cassazione ha spazzato via ogni dubbio. Verteva su una donazione indiretta, per cui l’imposta proporzionale di donazione deve essere applicata alla fine del contratto stipulato, vale a dire al momento dell’effettivo arricchimento che si è prodotto in capo al beneficiario. Nei passaggi prima dello scadere dello stesso contratto di istituzione di trust , l’ imposta di registro pretesa dal Fisco sarà sempre in misura fissa . Ma occorre che questo istituto, di stampo anglosassone, venga ben qualificato nel nostro ordinamento civile. Tenuto conto che il trust è un «vincolo di destinazione» allo stesso va applicata l’ imposta prevista per gli atti liberali .

Rassegna Massimario

Indagini bancarie

L’art. 32, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 [CFF6332] disciplina i poteri accertativi dell’ Amministrazione finanziaria , tra i quali la possibilità di effettuare indagini bancarie per individuare eventuali elementi reddituali sottratti all’ imposizione sia diretta che indiretta . Si analizzano, di seguito, alcune posizioni giurisprudenziali in merito alla legittimità e all’estensione di tali indagini da parte dell’Amministrazione e all’ onere della prova che dev’essere fornito, di volta in volta, dal contribuente .

Indagini tributarie: caso pratico

La norma dell ’ art. 32 , D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 [CFF6332] costituisce il dettato principe che disciplina i poteri accertativi dell’ Amministrazione finanziaria . Tra questi, la possibilità di effettuare indagini bancarie per individuare eventuali elementi reddituali sottratti all’imposizione sia diretta che indiretta (anche se per quest’ultima vige, per vero, la speculare specifica disposizione portata dall’art. 51, co. 2, punto 2), D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 [CFF251] ). È noto, come la disamina dei conti bancari esponga, sovente, il contribuente , alla necessità di dover fornire la prova , non sempre per nulla agevole, che i movimenti di conto corrente , sia attivi (versamenti) che passivi (prelevamenti) non hanno rilevanza reddituale e che di essi, per detta ragione, non si è tenuto conto nella determinazione del reddito imponibile e/o del volume d’affari di periodo.

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