RUBRICHE

OPINIONE

ACCERTAMENTO

Accertamento induttivo: legittimo in caso di alto tenore di vita

È legittimo l' accertamento induttivo al titolare dell’attività che dichiara un reddito basso ma ha un tenore di vita assai elevato . Il Fisco può avvalersi di elementi presuntivi per arrivare ad accertare la gestione antieconomica dell’attività, come ad esempio il versamento da parte del contribuente di diverse migliaia di euro di soli interessi di mutui bancari; la presenza di un solo dipendente con una retribuzione di poco inferiore al reddito dichiarato dal datore di lavoro, la scarsa plausibilità dei ricavi dichiarati rispetto all'ubicazione dell’attività, posta in zona centrale ad alta commerciabilità ed a traffico sostenuto, rappresentano elementi che sono ritenuti idonei a presumere una maggiore redditività conseguita nell' esercizio di quell' attività .

Incertezze giurisprudenziali sulla tassazione del trust

La sentenza 30.5.2018, n. 13626 della Corte di Cassazione ha «rinverdito» l’interpretazione secondo cui l’ imposta su vincoli di destinazione , pur trattandosi dell’ordinaria imposta sulle donazioni, trova applicazione al momento della devoluzione di beni e diritti in trust quando si realizzano , oltre ad un effetto segregativo, anche effetti traslativi sui beni e diritti , con conseguente esclusione da imposta del solo trust autodichiarato .

Operatore economico autorizzato doganale

Con il nuovo Codice Doganale dell’Unione (CDU - reg. UE n. 952/2013), applicabile interamente a partire dall’1.5.2016, sono state introdotte delle importanti novità in materia di operatore economico autorizzato . In particolare, al fine di ottenere tale status non è più richiesta, come in passato, una « certificazione », ma è necessaria , invece, una « autorizzazione », la cui concessione è conseguente ad una valutazione di affidabilità da parte dell’Amministrazione doganale. Il riconoscimento dello stesso, valido nei confronti delle autorità doganali di tutti gli Stati membri, consente di beneficiare di semplificazioni doganali o di agevolazioni in materia di sicurezza nonché di un trattamento più favorevole per quanto riguarda i controlli doganali . A partire dal 5.3.2018 , infine, ai fini dell’autorizzazione occorre utilizzare la nuova versione dell’ istanza , pubblicata sul portale internet dell’Agenzia delle dogane, al link AEO – sezione Modulistica.

CASI OPERATIVI IVA

Fattura del C.T.U. al Tribunale e non più alle parti

L'Agenzia delle Entrate, con la recente circolare 7.5.2018, n. 9/E emanata a seguito delle modifiche dall' art. 3 del D.L. 148/2017 è intervenuta in materia di compensi ai C.T.U. escludendo la fatturazione degli stessi dalla soggezione al reverse charge . L'Amministrazione è così giunta a conclusioni sorprendenti che, seppur dichiaratamente ispirate da un intento semplificatorio, creano significativi ostacoli alla parte onerata di pagare , in forza del provvedimento giudiziale, le spese di consulenza o di perizia .

RISCOSSIONE

Spunti pratici in vista della futura definizione delle liti pendenti

In caso di dubbi sul carattere definibile della lite, non confidare nella sospensione dei termini processuali e impugnare, conseguentemente, la sentenza, richiedere la sospensione del processo pendente in Cassazione, quando la lite che si vuole definire risulti già passata in decisione, presentare, dopo il pagamento delle somme dovute o anche solo della prima rata, l’istanza per bloccare o revocare le misure cautelari e/o esecutive all’Agente della Riscossione. Sono questi solo alcuni dei suggerimenti pratici su cui i contribuenti che intendono aderire alla definizione delle liti pendenti sono chiamati a riflettere per superare indenni le insidie connesse all’istituto introdotto dall’art. 6, D.L. 23.10.2018, n. 119. In assenza di un’apposita previsione normativa e in mancanza di chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, la nuova definizione delle liti pendenti potrebbe , infatti, non comportare alcuna sospensione né dei termini processuali , specie per quelle liti ritenute non definibili, quali ad esempio quelle riguardanti cartelle di pagamento, atti di riscossione in genere e gli avvisi di liquidazione, sebbene il ricorso introduttivo stato notificato alla sola Agenzia delle Entrate. Inoltre, allo stesso modo, la nuova definizione delle liti pendenti potrebbe non comportare alcun blocco o revoca automatica delle attività di riscossione già avviate con riferimento alle somme dovute in pendenza di giudizio non versate , come del resto è già accaduto con riferimento alle precedenti edizioni di definizione delle liti pendenti previste rispettivamente dall’art. 16, della L. 289/2002 e dall’art. 11 del D.L. 50/2017.

CONTENZIOSO

Processo tributario telematico

I dati della direzione Giustizia Tributaria del Mef confermano un sempre maggiore utilizzo del processo tributario telematico ( PTT ). In particolare, nei primi mesi del 2018 il 44,5% degli atti complessivi è già telematico. Inoltre già nel corso del 2017 e dei primi mesi del 2018 si sono succeduti diverse pronunce di merito che, nei casi dubbi, hanno spesso deciso a favore dell’utilizzo dello strumento. In tale contesto è di grande importanza quanto contenuto nell’ art 16 del c.d. Decreto fiscale rubricato « Giustizia tributaria digitale » che ha definitivamente chiarito alcuni aspetti e ha decretato l’ obbligatorietà del PTT a partire dall’1.7.2019 .

Il giudice delle Ct può adeguarsi al giudicato penale

L’ordinanza 5.7.2018, n. 17619 della suprema Corte di Cassazione ha aperto nuovi orizzonti in campo tributario. Se vi è assoluzione in campo penale , il giudice tributario può adottare tale pronuncia anche per il contenzioso tributario . Se si sposa detta tesi, l’ art. 20 del D.Lgs. 10.3.2000, n. 74 deve essere modificato nella sua formulazione. I reati rilevati in capo al trasgressore (sia impresa che società) hanno lo stesso denominatore comune, quindi, l’eventuale sentenza adottata dal giudice penale, qualora quest’ultimo giudizio si sia concluso temporalmente prima, rispetto a quello tributario, permette al giudice tributario di adottare benissimo il verdetto emesso dal giudice penale. La giurisprudenza di merito dovrebbe adeguarsi, se in possesso della sentenza penale, al fine di avere un’ uniformità di giudicato .

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